L’Uomo
L’uomo è uno –dopotutto- normale. A parte condizioni patologiche, gli concederemo almeno il beneficio della “buona fede”. L’uomo è di solito uno che davvero non ci credeva che si sarebbe ritrovato in questa situazione.
L’uomo tenta di farci credere che –per questo- siamo nella stessa barca.
Ora, a parte che la barca più che un biposto è una specie di Arca di Noè che lui ha riempito di animali, ci vuole davvero un bel coraggio nel mettere noi, povere amanti delicate, sulla stessa barca con i rinoceronti e gli elefanti...
L’Uomo –benchè si impegni molto- difficilmente riesce a sfuggire allo stereotipo dello stronzo, celebrato nei secoli da tradizione letteraria ad hoc, from Mr Darcy to Lancillotto, e continuamente rievocato in ogni conversazione che abbia esso per soggetto.
L’Uomo, in questa definizione, è o molto confuso, o bisognoso di tempo per riflettere, o tutte e due le cose insieme. Idealmente, rimarrebbe in questa condizione fino alla maggiore età dei figli (vedi sotto).
L’Amante
L’amante in questo caso è una che davvero non ci si vedeva, a fare l’amante. Come tutte, mi sa. Una che ha sempre pensato che le amanti fossero donne bellissime, procaci, sensualissime, e comunque, oltre la quarantina. Casalinghe annoiate o donne in carriera che si tolgono degli sfizi sessuali e che mai –dico mai- si innamorano davvero.
Comunque mai senza le calze velate di nero, il rossetto rosso, il trucco perfetto, i tacchi alti etcetera. Un incrocio tra Madame de Pompadour e Susy Blady che incede con la colonna sonora di un film di Fellini (Amarcord, possibilmente).
In questa definizione l’amante è una paziente, incredibilmente paziente e che –soprattuto- non ci sta male.
Tutte quelle che non rientrano in questa categoria, sono le Amanti-inadatte, o Amanti-per-dispetto-del-destino, o Amanti-attaccate-perennemente-al filo-del-telefono.
Una categoria clumsy e disadattata senza nemmeno la previdenza sociale o i gruppi di supporto.
La Moglie
Che dire? La prima regola per la sopravvivenza di un’amante è non pensare che lui abbia una moglie, che gli si svegli accanto quando voi siete lontane, che usino lo stesso dentifricio e lo stesso shampoo per i capelli.
La moglie ha i bigodini in testa ed il mattarello, ed aiuta pensare che –dopottutto- la vita matrimoniale in cui è coinvolta sia la trasposizione fedele di una striscia di Carlo & Alice sulla settimana enigmistica.
I Figli
Riposi in pace Mario Merola, e non temano i suoi eredi, che il mondo non lo dimenticherà. Anzi, propongo una cosa: moglie e figli del caro estinto inoltrino una petizione alla SIAE per avere i diritti su ogni volta che un Uomo dice una frase tipo “tu non capisci, io lo faccio solo per mio figlio, io non posso abbandonare mio figlio, mia povera innocente creatura” e stupidaggini del genere.
A parte contribuire alla ricchezza della famiglia Merola, frasi del genere non hanno nessuna utilità, ma nemmeno purtroppo nessuna soluzione.
Immagino che un giorno il figlio in questione dirà “bella papà, stasera non torno, escoconCinthia, prendolamacchinaciao” e forse questo risolverà parzialmente le cose.
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