Va bene, il 25 aprile non è più quello di una volta. E anche i giornali evidentemente non lo sono più, da quando li hanno messi in rete e per qualche strano motivo hanno pensato che a noi poveri lettori espatriati non interessassero –che so io- le manifestazioni per il 25 aprile, bensì ( e qui cito dalla temibile e oramai famigerata colonna di destra di repubblica.it, il fatto che i giapponesi mettono i jeans con i bikini (??), e le modelle lavano i vetri ai semafori).
Scomodando così il caro vecchio FT, ed un paio di sociologi disoccupati, veniamo a sapere che:
La percentuale di donne che lo fanno sale nei paesi occidentali: 6,6 per cento in Norvegia, 3,5 in Gran Bretagna, 3 negli Usa, 2 in Francia. Ma anche in quelli, commenta Pamela Duckerman, è verosimile che molta gente, di entrambi i sessi, non racconti tutto ciò che fa sotto le lenzuola (e soprattutto con chi): questo forse spiega il basso piazzamento dell'Italia, con appena 3 uomini e 0,9 donne su cento che si dicono adulteri, nonostante la nostra fama di "latin lover".
A parte che l’adulterio non è una cosa come il badminton e dunque caro il mio illetterato giornalista non si “pratica”, semmai uno è adultero oppure no.
A parte che sono anche un pochetto stufa di sentir parlare di Africa come se fossimo al circo e “venite venite siori e siore a vedere la donna cannone” che tanto se io domani scrivo che in Guinea Equatoriale tutte le donne hanno 4 orgasmi di fila senza nemmeno penetrazione voglio proprio vedere chi è che mi contraddice (e chi sa indicare su un mappamondo dove è la Guinea Equatoriale vince un dildo).
Cioè, parlando chiaro, sul fatto che le adultere non piacciono a nessuno, e sono paria dei sessi, e nemmeno il loro stesso genere spesso le difende. Anzi, sono le donne stesse ad essere le più crudeli.
E la nostra fama di “latin lover”? Ma fatemi il piacere.
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