Vi aggiorno sui progressi della sottoscritta nella sua personale battaglia contro la persecuzione e l’ostracismo delle amanti. Si riportano piccole conquiste di posizione, un leggero spostamento in avanti della trincea.
Mi è stato riferito che le armate dell’ adulterio hanno conquistato il bastione “donna di servizio” e che questa abbia avvicinato l’Uomo per dirgli, in un italiano stentato, che lui dopotutto aveva agito bene, dato che “amore è come candela: quando finisce non c’è niente da fare, o si sta al buio o si prende candela nuova.
Io sarei la candela nuova.
Che l’amore diamine se si consuma in fretta. Che –per carità- tutto è bellissimo e luccicante, ma io ho come l’impressione che sia il fatto stesso di starsene finalmente innamorati e tranquilli che comincia a logorarmi.
Cosa accade di noi irrequiete e solitarie ed abituate a pensarci sempre singole quando improvvisamente decidiamo che è arrivato il momento (o semplicemente il momento arriva, senza che noi si abbia deciso nulla) di fare parte della vita di qualcun altro?
E se ci accorgiamo, ad un certo punto, che questo qualcuno è ancora meno pronto di noi? Che gli siamo sempre meno necessarie?
E a lei, che mi chiedeva - dimmi che dopo va meglio- io non ho saputo cosa rispondere.
Perchè non va meglio. Perchè non è che si vince qualcosa.
E non è detto che l’eventuale premio sia davvero quello che ti aspettavi.
E grazie a Neruda.
1 comment:
Il tuo blog è assolutamente uno dei più interessanti che abbia trovato in giro.
Comunque il tizio sposato in cui mi ero imbattuta io era tutt'altro che cotto di me.
In parole povere, poverissime... me se voleva trombà.
Credo sia uno di qwuelli che tiene viva la fiamma del matrimonio, rimboccandola di tanto in tanto col fuoco di altre candeline di passaggio...
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