Monday, July 02, 2007

Quando mi chiamavo Aldo

All’inizio, io mi chiamavo Aldo.
Per non destare sospetti.
Per essere veloce da chiamare, il primo della lista nella rubrica del telefono.

E anche perchè se sbirciate le chiamate del vostro compagno mica vi insospettite se è Aldo a chiamare. Vero?
E il vostro compagno lo sa.

Lo so. Questo è terrorismo. Non dovrei scrivere queste cose.
Ma vorrei farvi capire come funziona. Com’è che fate a non accorgevene per anni.
Tutte le volte che chiama Aldo.

Ci sono volte in cui si è ciechi.
Ci sono volte in cui essere ciechi, vederci male, è una benedizione. Da piccola leggevo Ingeborg Bachman (sì, da piccola ero molto intellettuale, prima che il sesso ed il primo paio di addominali ben scolpiti mi corrompessero), un racconto in particolare che parlava del piacere di essere miopi e vivere senza occhiali, di come il non distinguere una figura dall’altra o le parole dei cartelli fosse il rifugio perfetto dai dispiaceri e dai fastidi.
A volte le persone (anche quelle che ci vedono benissimo) tolgono gli occhiali e se ne restano nella loro nebbiolina da miopi. Anche quando sarebbe invece consigliabile fare il contrario.

Gli Uomini non sono abili dissimulatori. Nemmeno le amanti fanno particolari sforzi di camuffamento. Personalmente, confesso che non ho mai temuto di essere scoperta.
Perchè sapevo che anche se avessi indossato le orecchie da Minni e il vestito a puà, e avessi percorso in lungo e largo la città abbracciata all’ Uomo, nessuno ci avrebbe visti, tantomeno quelli che avrebbero dovuto.

Così, se qualcuno con poca fantasia ed amante dei cliché si chiede come fanno le amanti a vivere nascoste, nel segreto, nel sotterfugio, la risposta è che semplicemente non lo fanno.
Le amanti non hanno bisogno di nascondersi perchè tanto sono invisibili.
Perchè non te le aspetti, per definizione.
Perchè spuntano ad un tratto. Dove si credeva ci fosse solo e innocuamente Aldo.