Friday, December 28, 2007

Size Matters

Un consiglio a tutte coloro che si trovassero un giorno a dover arredare una casa, cambiare le porte e comprare dei mobili: non provate a farlo con lo stesso criterio con cui comprate quei pantaloni stupendi-ma-una-taglia-piú-piccola-che-tanto-ora-inizio-la-dieta o quelle scarpe non esattamente della vostra misura ma perfette-per-il-vestito-blu che poi si sa le scarpe un po’cedono sempre..

Ahimé, non importa quanto vi piaccia un tavolo o quanto sia in saldo una porta.
I muri purtroppo non iniziano mai una dieta e se qualcosa in casa vostra “cede” forse è il caso che cominciate a preoccuparvi.
Insomma, size matters, e i mobili non si restringono, e se non ci passa, bhe, proprio non ci passa e basta.

Io che nella mia frivola passata esistenza ho sempre e solo comprato scarpe e maglioncini mi ritrovo adesso a fare la faccia colpevole quando l’operaio mi dice (e mi chiama signora! MIO DIO! S-i-g-n-o-ra…!) che no, la porta è proprio della misura sbagliata ed il tavolo non passa dalle scale anche se era cosí bello lí nel negozio… :(

Ho anche scoperto, e qui si applica la stessa faccia colpevole, che smettere di fare l’amante vuol dire rinunciare – in campo maschile- all’equivalente uomo del vestito troppo stretto, quello che è incantevole ma dovreste smettere di respirare per farvelo entrare e dunque e’il caso che ve ne facciate una ragione, cominciate a prendere per bene le misure della vostra esistenza e troviate un uomo consono, invece di stiracchiarci il primo che capita.

Il mio è alle volte un tantino fuori misura, ma –che dire- speriamo che lavandolo si restringa ;)

Thursday, December 20, 2007

X SOPRA

Ieri il mio ex-amante ora coinquilino è tornato a casa un po’prima del solito tutto contento e sorridente portando dentro casa la pietra che seppellirá per sempre la mia vita sessuale.



Ma - mi chiedo- e se lanciassimo una serie di giochini erotici per XBox?
Idee e suggerimenti sono i benvenuti.
Un buon punto di partenza è stato scoprire che il joystick vibra. Da lí, sono sicura, ci sono potenzialitá infinite..

Wednesday, December 12, 2007

La vita comune

La vita comune, quella che non avrei voluto mai, è la sveglia che suona alle sei e mezza del mattino per ricordarti che devi prendere il raccordo, che devi fare attenzione quando piove, che non bisogna mai tentare la sorte e prendere un uscita del raccordo a caso che si potrebbe poi essere inghiottiti per esempio da spinaceto e risputati fuori a pezzettini piccoli piccoli solo mesi dopo o forse mai.

La vita comune è il lavoro che per caritá paga le bollette ed alcune altre cose abbastanza utili per sopravvivere ma ti fa a lungo chiedere che cosa ne è delle cose che sognavi di fare e dei posti che sognavi di vedere.

È una cosa che all’incirca ti dice: “guarda che povero amante, incapace di bagnarsi i piedi per prenderti un pesce rosso dalla fontana tra la rabbia di gendarmi e bambinaie.”
Una vita di calzini appaiati e camicie stirate.

Ci manca solo che io cominci a stirare la biancheria.
O che cominci a stirare, punto.

La vita in comune

La vita in comune, quella per cui faticosamente sopporto tutto il resto, è svegliarsi la mattina con miracolosamente tutte le coperte addosso perché qualcuno durante la notte a pensato di ricoprirti, é prendere un aereo in due per Barcellona il giorno del proprio compleanno, è discutere sul colore dell’armadio e fare insieme i regali di Natale.

La vita in comune mi piace. È la vita comune che non va per me per niente bene.
Se qualcuno ha scoperto come avere una ma non l’altra, per favore faccia un fischio.

Tuesday, December 04, 2007

Rovinafamiglie?

Ho pensato di ripubblicare i dati del rapporto ISTAT sulla violenza sulle donne.
Il primo motivo é che cosí ve lo ricordo.
Il secondo motivo é che - al momento - vivo in un palazzo senza la serratura vicino ad un campo nomadi :). E ci vivo da sola perché il mio ex amante é fuori per lavoro tutte le sere.
E nulla é piú rassicurante.

# 1 milione e 400.000 donne ha subito uno stupro prima dei 16 anni.

# sono circa 6.800.000 le donne fra i 16 e 70 anni (32%) che hanno subito un atto di violenza fisica o sessuale.

# il 69,7% degli stupri sono commessi dal partner o comunque in ambito familiare.

# nel 67,4% dei casi si tratta di violenza ripetuta, soprattutto in famiglia. il 91,1% della violenza sessuale (che avviene tra le mura domestiche o comunque nella cerchia dei conoscenti) è ripetuta.

# la prima causa di morte delle donne tra i 14 e i 44 anni è la violenza subita da un uomo: più del cancro e degli incidenti stradali.

# solo un quarto degli autori dei fatti viene imputato e solo l'8% e' condannato. alla fine, meno dell'1% del totale e' condannato.

# L'estraneo è autore del 6% degli stupri. "La violenza dello straniero che assale la vittima per strada non rappresenta la maggioranza dei casi e dà del fenomeno un'immagine distorta" (Linda Laura Sabbadini, Istat, via ANSA).

Monday, November 05, 2007

quel che ne rimane

Allora, vediamo..

Innanzitutto no, non sono fuggita con il ballerino brasiliano né con l’aitante, moro e sempre sorridente operaio rumeno che mi fa l’occhiolino tutte le volte che lo incontro, no, non sono nemmeno tornata in Africa, anche se la mattina quando suona la maledetta sveglia alle sette pagherei qualsiasi cosa per avere le palme e il sole fuori dalla porta.

Quello che é successo è piu semplicemente che, nell’ordine:

mi sono rotta un piede,

è arrivato l’inverno, in motorino piove e questo è per me fonte di inconsolabile sconforto (ed anche di un certo costante rodimento di culo).

sto cercando un nuovo lavoro, che di quello attuale non ne posso piú e passo il mio tempo camminando per i corridoi e ripetendo come un mantra “mi licenzio ora mi licenzio”

i miei unici momenti liberi li passo a scegliere i cessi e le piastrelle del bagno della mia nuova casa (e domenica, in un impeto di masochismo, sono persino andata a trastullarmi con il fai-da-te-la-tua-cucina-ikea, che forse solo il bondage piú estremo potrebbe competere in quanto a passatempo pomeridiano)

In poche parole –sí- mi sto imborghesendo.

E mi chiedo cosa ne rimane della passione e dell’entusiasmo dopo solo pochi mesi

Qualche settimana fa il mio ex-amante è andato nella sua vecchia casa per ultimare il trasloco. Mi torna a casa la sera tardi, con la faccetta triste ed una busta di plastica piena di cose che si scopre essere piena dei regali che l’ex-moglie gli ha ridato e proprio mentre io sto per lanciarmi in una filippica sull’ assoluta scempiaggine di restituirsi i regali e soprattutto sul fatto che essi non vanno poi rifilati all’amante ma quantomeno rediretti verso il cassonetto, vengo attratta da uno degli oggetti contenuti nella busta.

Insomma, va bene che magari non era un matrimonio felice, ma -dopo dieci anni- ecco quel che ne rimane:


E no, signori miei, NON È UN SOFISTICATO VIBRATORE (tra l’altro, ho pure provato a trovargli un uso in questo senso, ma purtroppo senza successo), è proprio quello che orridamente sembra: un massaggiatore cervicale elettrico, che lo attacchi alla presa e lui comincia a fare buzzzzzzzzzzzzzzz bzzzzz bzzzzzz bzzzzzz ed in teoria se sopravvivi al fastidio ed al ridicolo della faccenda magari ti toglie anche il mal di collo.

Insomma mie care lettrici e appassionati lettori.
Non ho avuto cuore di dirgli niente.
Ed ho ficcato IL COSO nel ripostiglio.

Che ne dite, è del tutto immorale rivendere su ebay i regali della ex?

Tuesday, September 04, 2007

Harry Enfield - Women know your limits

Mi raccomando, eh..

Monday, August 27, 2007

Autorevolezza

Da quando l’Uomo é venuto a vivere da me ricevo moltissimi inviti.

Di solito, cene per sole donne (o quasi).
Dopo avermi fatto passare molti anni a fare la parte di quella invischiata in storie impossibili e tragiche, le mie amiche hanno improvvisamente deciso che vale la pena chiedermi dei consigli sulle loro pene amorose.
Quando ho chiesto ad una di loro “perché proprio io?” mi è stato risposto:

“Perché tu sei quella che è riuscita a convincere un uomo a lasciare moglie e famiglia per telefono in intercontinentale”.

[ci tengo a precisare questo è vero solo in parte, visto che la maggior parte delle nostre comunicazioni è avvenuta via satellite e dunque con ricezione decisamente piú nitida di una semplice intercontinentale…]

Che ne dite?
Mistressnomore puó lanciarsi in un ciclo di conferenze a tema sulla persuasione telefonica?
Nel frattempo, si dispensano da oggi consigli modello posta-del-cuore semplicemente scrivendo a: mistressnomore@inventati.org.

Tuesday, August 14, 2007

Saturno in trigono con lavatrice

L’estate, si sa, è la stagione delle amanti.
Almeno per buona parte della letteratura/filmografia da ombrellone. (mi si permetta un ringraziamento di cuore per aver per sempre associato la categoria ai boccoli biondi di Marylin Monroe, anche se probabilmente la categoria è molto più intelligente di così).

Ma comunque, vecchi e anacronistici sono i tempi in cui la moglie andava in vacanza con i pargoli lasciando il marito solo in città. Ora, tutt’ al più, le spiagge sono piene di papà divorziati con prole al seguito impegnati a far fumare il vulcano di sabbia.

E poi in questa calura agostana, con questa stanchezza negli occhi che nemmeno la lista della spesa leggerei se non fosse strettamente necessario, amante acciaccata a stropicciata da due interi mesi di convivenza, vi confesseró che anche se mi suonasse alla porta l’uomo piú appetitoso e solitario dell’intera cittá, lo supplicherei di lasciarmi dormire, dormire e basta, che ho le calze a rete sgualcite.

In compenso, forte dell’essere sopravvissuta al trasferimento dell’Uomo a casa mia, vi lascio da leggere e meditare sotto l’ombrellone:

Decalogo alla convivenza per ex-amanti non troppo convinte (di essere –dopotutto- ex) e impenitenti.

1) Non dite mai all’Uomo che avreste piacere che lui portasse tutti i suoi vestiti dalla sua vecchia alla vostra nuova casa. Otterreste solo di vedervi recapitare una valanga di panni sporchi, su cui la vilipesa moglie tradita non solo ha fatto passeggiare il cane, ma ha anche effettuato riti vudù e piantato punteruoli vari. Piú che di una buona lavandaia a quel punto avrete bisogno di qualcuno che vi levi il malocchio dalla lavatrice.

2) Non accettate mai un lavoro che cominci prima delle dieci del mattino. Nessuna di noi, per quanto veterana, puó farcela con le occhiaie, il traffico e l’emicrania a mantenere quel minimo di splendore e sfarfallio negli occhi che caratterizza la categoria.

3) Nel caso in cui – nonostante quanto detto sopra- foste costrette ad alzatacce quotidiane ad ore antelucane del mattino, almeno svegliate anche lui, con i vostri piú strazianti lamenti, con i vostri piú ostinati capricci. Non dategli tregua; colpitelo dove fa più male: chiedetegli di stendere il bucato e di passare in tintoria.

4) Parlate a lungo con la vostra fica. Spiegatele con calma che no, non vi siete impazzite, che quell’ essere che russando al vostro fianco fa il verso del leone marino È ANCORA il vostro compagno, e soprattutto, l’unico attrezzo disponibile sul mercato (beh almeno momentaneamente) per soddisfare i vostri sopravvissuti impulsi sessuali.

5) Di nuovo: STATE LONTANE DALLA LAVATRICE

6) Se le forze del male, ad esempio sotto forma di ferie della donna di servizio, vi costringono ad avvicinarvi al cesto dei panni sporchi, fatelo ad occhi chiusi, indossando la biancheria piu sexy che riuscite a trovare, e concentratevi sui felici tempi in cui la annoveravate tra i giochi erotici piu’che tra gli elettrodomestici.

7) Non provate a mantenere la “famosa aurea di mistero” che si suppone faccia tanto bene alla vita sessuale. Tanto –piú o meno- la vostra vita sessuale è spacciata. Tanto vale mettersi il pigiama e le pantofole coi puffi, che è tanto comodo.

8) Ricordatevi che lui ha lasciato sua moglie. Già una volta. Non pensate che si faccia delle remore a lasciarne una seconda.

9) Assecondate ogni manifestazione della sua crisi di mezza etá. Ricordatevi che siete dove siete solo grazie a quella. Non importa se poi lui vi si presenta a casa con, nell’ordine: una moto rossa fiammante che non sa guidare, una tenda per il campeggio (sic), il game boy ed un biglietto per un viaggio in Grecia con i suoi quattro amici brizzolati e scapoli.

10) In ultimo: non dimenticate mai chi siete e da dove venite. Quando proprio pensate di non farcela, provate a pensare a quanto lo amavate. Probabilmente – ma il tutto ben nascosto dai panni della lavatrice- lo amate così tanto ancora.

Sunday, August 12, 2007

Los amantes

E chi li vede che se ne vanno per la città
se tutti sono ciechi?
Loro, si prendono per mano: qualcosa parla
fra le dita, dolci lingue lambiscono
l'umido palmo, corrono per le falangi,
e sopra sta la notte piena d'occhi.

Sono gli amanti, la loro isola fluttua alla deriva
verso morti di cespuglio, verso porti
che tra lenzuola si aprono.
Si disordina tutto attraverso gli amanti,
tutto trova la sua cifra giocata;
loro, però, neppure sanno che
mentre rotolano nell'amara arena
che è loro c'è una pausa nell'opera del nulla,
e che il tigre è un giardino che gioca.

Albeggia nei carri dell' immondizia,
cominciano a uscire i ciechi,
il ministero apre i suoi portoni.
Gli amanti arresi si guardano e si toccano
una volta di più prima di fiutare il giorno.
E già sono vestiti, già se ne vanno per la strada.
Ed è solo allora
quando sono morti, quando sono vestiti,
che la città li recupera ipocrita
e gli impone i doveri quotidiani.

J. Cortazar

Monday, July 02, 2007

Quando mi chiamavo Aldo

All’inizio, io mi chiamavo Aldo.
Per non destare sospetti.
Per essere veloce da chiamare, il primo della lista nella rubrica del telefono.

E anche perchè se sbirciate le chiamate del vostro compagno mica vi insospettite se è Aldo a chiamare. Vero?
E il vostro compagno lo sa.

Lo so. Questo è terrorismo. Non dovrei scrivere queste cose.
Ma vorrei farvi capire come funziona. Com’è che fate a non accorgevene per anni.
Tutte le volte che chiama Aldo.

Ci sono volte in cui si è ciechi.
Ci sono volte in cui essere ciechi, vederci male, è una benedizione. Da piccola leggevo Ingeborg Bachman (sì, da piccola ero molto intellettuale, prima che il sesso ed il primo paio di addominali ben scolpiti mi corrompessero), un racconto in particolare che parlava del piacere di essere miopi e vivere senza occhiali, di come il non distinguere una figura dall’altra o le parole dei cartelli fosse il rifugio perfetto dai dispiaceri e dai fastidi.
A volte le persone (anche quelle che ci vedono benissimo) tolgono gli occhiali e se ne restano nella loro nebbiolina da miopi. Anche quando sarebbe invece consigliabile fare il contrario.

Gli Uomini non sono abili dissimulatori. Nemmeno le amanti fanno particolari sforzi di camuffamento. Personalmente, confesso che non ho mai temuto di essere scoperta.
Perchè sapevo che anche se avessi indossato le orecchie da Minni e il vestito a puà, e avessi percorso in lungo e largo la città abbracciata all’ Uomo, nessuno ci avrebbe visti, tantomeno quelli che avrebbero dovuto.

Così, se qualcuno con poca fantasia ed amante dei cliché si chiede come fanno le amanti a vivere nascoste, nel segreto, nel sotterfugio, la risposta è che semplicemente non lo fanno.
Le amanti non hanno bisogno di nascondersi perchè tanto sono invisibili.
Perchè non te le aspetti, per definizione.
Perchè spuntano ad un tratto. Dove si credeva ci fosse solo e innocuamente Aldo.

Sunday, May 27, 2007

La candela

Vi aggiorno sui progressi della sottoscritta nella sua personale battaglia contro la persecuzione e l’ostracismo delle amanti. Si riportano piccole conquiste di posizione, un leggero spostamento in avanti della trincea.
Mi è stato riferito che le armate dell’ adulterio hanno conquistato il bastione “donna di servizio” e che questa abbia avvicinato l’Uomo per dirgli, in un italiano stentato, che lui dopotutto aveva agito bene, dato che “amore è come candela: quando finisce non c’è niente da fare, o si sta al buio o si prende candela nuova.

Io sarei la candela nuova.

E, detto tra noi, spero si tratti di un cero da chiesa, di quelli enormi, da fonte battesimale.
Che l’amore diamine se si consuma in fretta. Che –per carità- tutto è bellissimo e luccicante, ma io ho come l’impressione che sia il fatto stesso di starsene finalmente innamorati e tranquilli che comincia a logorarmi.

E mi chiedo: ma cosa diventa un’amante quando smette di essere tale?
Cosa accade di noi irrequiete e solitarie ed abituate a pensarci sempre singole quando improvvisamente decidiamo che è arrivato il momento (o semplicemente il momento arriva, senza che noi si abbia deciso nulla) di fare parte della vita di qualcun altro?

E se ci accorgiamo, ad un certo punto, che questo qualcuno è ancora meno pronto di noi? Che gli siamo sempre meno necessarie?
Che una volta eravamo la passione, ed adesso non andiamo bene quasi per nulla se non per andare a prendere il gelato ed il servizio taxi?

Qualche settimana fa ho incontrato un’amica che non vedevo da qualche tempo e che sta vivendo purtroppo un’altra di queste storie a tre terribilmente dolorose e con incerto futuro.
E a lei, che mi chiedeva - dimmi che dopo va meglio- io non ho saputo cosa rispondere.
Perchè non va meglio. Perchè non è che si vince qualcosa.
E non è detto che l’eventuale premio sia davvero quello che ti aspettavi.

Che non sia per sempre, dato che è fiamma, ma che almeno sia eterno mentre dura.
E grazie a Neruda.

Monday, May 21, 2007

Anniversario

Oggi io e l’altra parte di questa relazione (ok, chiedo venia, ma come si chiama un ex-amante?) festeggiamo il nostro secondo anniversario.
Gli anniversari delle amanti funzionano un po’ diversi.... sapete... dall’usuale protocollo primo bacio/prima scopata. Noi festeggiamo nel giorno in cui lui per la prima volta ha provato a lasciarmi ed io ho capito che non ci sarebbe riuscito.

Lui come al solito non ha capito nulla ed ha provato a lasciarmi molte altre volte.
Tz. Ingenuo.

Indimenticabile la scena dell “io ho un onore, una morale e delle responsabilità, e quello che stiamo facendo non è giusto”.
Così fiero e virile che quasi quasi gli stavo per credere. Ah ah-

Wednesday, April 25, 2007

Togo 37- Italia 3

Va bene, il 25 aprile non è più quello di una volta. E anche i giornali evidentemente non lo sono più, da quando li hanno messi in rete e per qualche strano motivo hanno pensato che a noi poveri lettori espatriati non interessassero –che so io- le manifestazioni per il 25 aprile, bensì ( e qui cito dalla temibile e oramai famigerata colonna di destra di repubblica.it, il fatto che i giapponesi mettono i jeans con i bikini (??), e le modelle lavano i vetri ai semafori).

Tra le chicche di questo mercoledì 25 aprile la cara redazione ha deciso di scomodare il Financial Times che (ma sarà un virus che circola di redazione in redazione?) evidentemente cercando altro pubblico al di fuori della City, pubblica un voluminoso studio sull’adulterio e sulle latitudini: in pratica rispondendo al quesito che certamente ci assillava tutti in queste mattine di primavera: ma saranno più infedeli gli indonesiani, i cinesi, o i brasiliani?

Scomodando così il caro vecchio FT, ed un paio di sociologi disoccupati, veniamo a sapere che:

“I paesi con la più alta percentuale di adulteri, fra il 40 e il 20 per cento della popolazione maschile, sono in Africa o nel Terzo Mondo: il primato appartiene a Togo, dove il 37 per cento degli uomini confessa di tradire la moglie o la propria partner. Devono tradirla, tuttavia, prevalentemente con prostitute o single, perché solo lo 0,5 per cento di donne del Togo ammette di tradire il marito: il quale evidentemente non può commettere adulterio da solo. La percentuale degli adulteri rimane alta, sopra il 10 per cento, anche in America Latina, dal Messico al Brasile: ma pure lì l'adulterio sembra una prerogativa maschile, le donne che lo praticano sono sotto l'1 per cento.
La percentuale di donne che lo fanno sale nei paesi occidentali: 6,6 per cento in Norvegia, 3,5 in Gran Bretagna, 3 negli Usa, 2 in Francia. Ma anche in quelli, commenta Pamela Duckerman, è verosimile che molta gente, di entrambi i sessi, non racconti tutto ciò che fa sotto le lenzuola (e soprattutto con chi): questo forse spiega il basso piazzamento dell'Italia, con appena 3 uomini e 0,9 donne su cento che si dicono adulteri, nonostante la nostra fama di "latin lover".

A parte che Mistressnomore ora si organizza con una traduzione in francese ed una corrispondente dal Togo, che si dovrà pur far qualcosa per liberare tutte quelle povere adultere non confesse ed insegnargli le gioie dell’outing.
A parte che l’adulterio non è una cosa come il badminton e dunque caro il mio illetterato giornalista non si “pratica”, semmai uno è adultero oppure no.
A parte che sono anche un pochetto stufa di sentir parlare di Africa come se fossimo al circo e “venite venite siori e siore a vedere la donna cannone” che tanto se io domani scrivo che in Guinea Equatoriale tutte le donne hanno 4 orgasmi di fila senza nemmeno penetrazione voglio proprio vedere chi è che mi contraddice (e chi sa indicare su un mappamondo dove è la Guinea Equatoriale vince un dildo).

Veniamo al dunque: non ci voleva certo il Financial Times per dimostrarci che l’adulterio è qualcosa che i maschi confessano con –più o meno- nonchalance, mentre le donne continuano –più o meno- a vergognarsene. E questo non ha nulla a che fare con l’essere timide o pudiche, quanto più con il mio post precedente, quello sulla lapidazione delle adultere.
Cioè, parlando chiaro, sul fatto che le adultere non piacciono a nessuno, e sono paria dei sessi, e nemmeno il loro stesso genere spesso le difende. Anzi, sono le donne stesse ad essere le più crudeli.
E la nostra fama di “latin lover”? Ma fatemi il piacere.

Friday, April 20, 2007

Going public...

Devo dire di essere piuttosto contenta di apprendere che questo blog ha dei lettori. Benchè io non gli abbia mai fatto pubblicità, ci tenevo a che questa cosa di essere “l’amante” la smettesse di essere un peccato da nascondere, da non dire a nessuno.
Per festeggiare l’uscita dall’anonimato ho autorizzato i commenti ai post.
Nel caso in cui alcuni di voi non dormano la notte e vogliano assolutamente conoscere la vera identità dei protagonisti, potete scrivermi a
ktilia@autistici.org.
... non si sa mai....

Thursday, April 19, 2007

La lapidazione delle adultere

Premessa: questo è un post che ha avuto una lunga e sofferta gestazione.
Mi ci sono volute quasi 4 settimane di continente nero per ricominciare a vedere le cose con il giusto distacco. E –vi assicuro- non è stato affatto semplice.

Ve la ricordate quella poveretta nigeriana per la quale si mobilitò qualche anno fa la nostra pruriginosa opinione pubblica? Quella condannata alla lapidazione perchè accusata di adulterio (anzi, per l’esattezza di aver partorito un figlio fuori dal matrimonio)? Quella che tutti ci tennero bene a precisare che era stata INGIUSTAMENTE accusata di adulterio, e che dunque per questo non meritava tale orrenda punizione?
Io non ci avevo mai riflettuto prima di oggi su questa nuisance dell’ “ingiustamente”.
Ma perchè, se fosse stata giustamente e felicemente adultera?

Senza arrivare in posti tanto lontani e tanto esotici tipo la nigeria, vi racconto cosa succede nei quartieri della Roma bene a quelle come me, felicemente adultere, irredente e non pentite. Quelle che arrivano piene di buoni propositi ed aspettative. Quelle che –tirate su a pane e tragedia e la famiglia è fatta di sacrifici fino a farci venire la nausea- sono immuni al senso di colpa, e comunque si sono già per anni smazzate quello atavico della loro, di famiglia. E grazie tante adesso basta.
E dunque non tentate di impietosirci con tales dickensiani sui traumi delle povere creature.
Noi, le “povere creature” della prima generazione, ce la siamo cavata benissimo.

Evidentemente ancora questo non basta. Perchè no, non mi hanno lapidata. Ma poco ci è mancato.
E tutti mi hanno chiesto: ma cos’altro ti aspettavi?
Mistressnomore went public for a little while. Ed ha subito pensato che forse era meglio quando indossava il costume da Pluto, per non farsi scoprire e mimetizzarsi tra la folla.
Ed ha scoperto che le amanti non piacciono proprio a nessuno.
Che evidentemente siamo tutte delle cattive persone, insensibili e senza morale.

Ma non mi sono fatta demoralizzare. Perchè le Amanti, signori miei, hanno una Volontà di ferro.
E, se la vogliamo dire tutta, oltre che senza scrupoli sono anche mostruosamente determinate.
Così tra poco faccio di nuovo i bagagli e torno. Per restare.
Però, se continua così, scrivo ad Amnesty. E che cazzo. E che ora solo le Nigeriane?

Thursday, March 29, 2007

Hobbes

Qui qualcuno prova a rubarmi il mestiere.....


Homo homini lupus, e la donna è una belva con le altre donne. Il vecchio Hobbes aveva ragione

Internazionale 684, 15 marzo 2007

Le mogli non amano le amanti, e su questo non ci sono dubbi. Anche quando non sono certe che ci sia davvero un'altra, gli basta un semplice presentimento per piombare nel panico. Ma quando le mogli scoprono che l'amante esiste davvero, allora sì che comincia lo spettacolo.

In questo gioco dei ruoli piuttosto prevedibile, agli occhi della moglie l'amante è una donna che, ricorrendo a tecniche oscure, riesce a portarle via il marito: s'innamora di lui e lo costringe a innamorarsi di lei. È chiaro, quindi, che la moglie ha un atteggiamento irrazionale: non vuole vedere il marito come promotore attivo dell'adulterio perché, Dio mio, lui voleva solo divertirsi un po', e invece è arrivata quella lì e ha rovinato tutto!

Un'innocua avventura si è trasformata in una relazione parallela. Ma è assolutamente inimmaginabile che il marito cercasse qualcosa di più di una semplice avventura.

Una notte di sesso è l'unica esigenza che una moglie può arrivare a concepire per il marito. Basta riflettere meglio sui sentimenti che la moglie prova nei confronti dell'amante, per rendersi conto che il suo è un semplice istinto di sopravvivenza teso a proteggere il matrimonio. Un istinto che le impedisce di considerare l'amante un essere umano.

Quella donna è la malvagità, il male in persona, pensa la moglie, una creatura senza morale che si è messa con suo marito per puro ozio o, se lui ha i soldi, per puro calcolo.

In qualche film o in qualche romanzo, a volte capita che moglie e amante finiscano per tollerarsi, magari diventando segretamente amiche e facendosi perfino il regalo di compleanno. In qualche film o in qualche romanzo la moglie si rende conto che l'amante è solo una donna in una situazione scomoda, proprio come lei. Ma nella realtà la moglie non può accettare che la relazione parallela sia qualcosa di diverso da un rapporto imposto al povero marito da quella donna. Agli occhi della moglie lui è la vittima dell'adulterio, certo non il protagonista, e meno che mai l'autore.

L'amante, invece, è una belle dame sans merci che ha fatto breccia nel suo matrimonio e l'ha rovinato. È l'ostacolo alla felicità coniugale, perché non si vuole togliere di mezzo, non vuole lasciare in pace suo marito. Che razza di donna è questa, si domanda la moglie, che s'immischia senza nessuno scrupolo nel matrimonio di qualcun altro?

Ma la vera domanda da porsi, a questo punto, è questa: possibile che tutti i discorsi sulla complicità tra donne siano solo chiacchiere? Homo homini lupus, e la donna è una belva con le altre donne. Il vecchio Hobbes aveva proprio ragione.

Saturday, January 20, 2007

L'Amante e l'Ikea

Le amanti non vanno all’Ikea. Praticamente per contratto.
Questo è forse uno dei pochissimi aspetti positivi del ruolo.
Niente palline, salmone affumicato e pessimo caffè svedese per noi. No grazie.

Noi all’Ikea ci andiamo da sole. Costrette da esigenze abitative non più ulteriormente prorogabili, tipo procurarsi lo scopetto per il bagno e magari anche il tavolo della cucina, una volta l’anno ci avventuriamo in quel che (almeno in Italia, ma anche in altre nazioni europee) è il regno indiscusso della coppia.
La coppia legittima.
Quella che compra il cassettone e il fasciatoio. Che guarda imbambolata i pomelli per la porta della serie Oppenden. Che amorevolmente viene scortata e accudita da omini Ikea vestiti di giallo, con una laurea in fisica quantistica e una in ingegneria informatica (ma avete mai provato ad assemblare una cucina Ikea??!), per spiegargli i meravigliosi vantaggi del fai-da-te-la-tua-cucina- te-possino- cara-ho-sbagliato-di-nuovo-ora-non-c’entra-il-frigo....

Insomma, nonostante le svedesi buone intenzioni non discriminatorie, i single (per non parlare delle amanti... a quando una bella pagina garçonniere sul catalogo?) sono relegati a paria. Che si andassero a nascondere in mezzo alle palline, loro.

La mia parte preferita del tutto è quando, una volta superata indenne l’esposizione di camere da letto, bagni, salottini etc, dopo aver guadato a fatica l’interminabile assortimento per la cucina/bagno/letto etc ed aver acquistato con orgoglio la caffettiera da uno, la tovaglietta da uno, le lenzuola per il letto singolo, e il porta-spazzolino da uno, si arriva alla sezione degli SCAFFALI.

Ora, lo scrivo tutto maiuscolo perchè gli SCAFFALI sembrano usciti dalla cantina di Pantagruel o altra gigantesca creatura che si sia divertita ad impilare tutto in posti altissimi e irraggiungibili all’essere umano.

La zona degli SCAFFALi è la zona del maschio. E’ quando il vostro Lui, con lo scintillio negli occhi, si lancia con il carrello a tagliare le gambe dei malcapitati passanti maschi rivali, al grido belluino di “Kompioskkan lo prendo io cara!” e poi sparisce.

In mezzo a tutto questo ci sono io. Con il mio foglietto in mano con le coordinate per trovare una cosa chiamata “Biorkudden” che dovrebbe essere il tavolo della cucina. Io, da sola. Perchè non si porta l’amante all’Ikea.

Dopo dieci minuti buoni di caccia al tesoro tra gli SCAFFALI finalmente trovo biorkudden, posizionato all’altezza di un quarto piano di palazzina. Dunque, armata di sorriso ed occhioni, vado in cerca dell’omino giallo Ikea, quello che in teoria dovrebbe aggirarsi nei paraggi proprio per aiutare quelle come me sprovviste dell’attrezzo-uomo.
Attrezzi-uomo di cortesia.

Eppure, quando finalmente ne trovo uno, lui mi guarda con aria interrogativa, come per dire “e te cosa ci fai qui da sola in mezzo agli SCAFFALI?” come se avesse visto cappuccetto rosso aggirarsi sola per il bosco.. Che –benchè il suo lavoro dipenda da questo- davvero lui non ce la fa, ad accettare che ci possano essere fanciulle all’Ikea non accompagnate. La cosa deve parergli così strana che nemmeno ci prova, nemmeno ammicca, e bofonchiando tira giù Biorkudden con la faccia della disapprovazione.

Questo fino a qualche tempo fa.
Poi, ho smesso di essere l’Amante... pur tenendomi a quei buoni 13mila chilometri e deserti del Sahara lontano dall’Ikea più vicina.
Questo, ahimè, non mi ha salvata. Povera me illusa.
Perchè Ikea ha UN SITO INTERNET. (ovviamente non omologato per le lente connessioni africane e dunque più lento che un giro tra le esposizioni sotto natale).
Perchè il mio Uomo ha comprato 4 tessere internazionali e le ha usate tutte per chiamarmi da dentro la maledetta Ikea, mentre provava il materasso di “Beddinge”, sproloquiando sul maldischiena e su io che mi tiro le coperte.

Io ho tenuto duro. Abbiamo comprato il coso, e niente altro.
Ma il mio Uomo è stato preso da malattia, ed ha deciso che sarà Ikea a consolidare la nostra unione, evidentemente.

Quasi rimpiango i tempi in cui, con sguardo ammiccante, mi chiedeva “ti è piaciuto?” dopo avermi scopata... Ora tutto quello che ricevo sono delle email con inquietanti domande tipo “ti piace Maalkko? Che dici, ci entrerà? Sarà troppo grosso?” E guardate che i doppi sensi ce li sto mettendo io, sperando magari di essermi sbagliata ed aver scambiato una mail erotica per un problema di arredamento.

Le palline. Vado a nascondermi tra le palline.